In inglese “aha moments” indica il momento in cui nasce l’idea creativa. In questo ultimo evento di We Hate Pink abbiamo provato a capire come questi momenti di creatività possano essere influenzati dalla musica.
Non tutti noi siamo amanti della musica ma la musica gioca un ruolo importante nella vita di molte persone. Ognuno di noi ha il proprio modo di connettersi con la musica che ha una connessione diretta con le nostre esperienze personali. Ascoltando una playlist, la tua mente finisce lontano da dove hai iniziato ma non è sempre detto che sia di aiuto alla creatività.
Nei primi anni ’90 si parlava dell’effetto Mozart, il primo studio che collegava la musica classica all’aumento della cognizione spaziale. Nel 2017, alcuni ricercatori hanno scoperto gli effetti che diversi tipi di musica hanno sulla creatività. Sulla base dello studio dell’Organizzazione olandese per la ricerca scientifica (NWO), la capacità cognitiva di un individuo ha due segmenti, il pensiero divergente e il pensiero convergente, in cui uno è più dominante dell’altro. Lo studio conclude che l’ascolto di musica allegra aumenta la capacità di essere creativi dei pensatori divergenti. Ciò ha dimostrato che la musica “felice” aumenta la creatività. In particolare, aumenta la capacità di aumentare le idee. Durante il talk abbiamo esplorato come usare la musica per far fluire le idee e stimolare la creatività. Ma abbiamo scoperto che non per tutti, la musica allegra ha necessariamente un effetto creativo. La creatività di una persona è potenziata dalla musica allegra, quella di un’altra da musica più lenta o più pesante. In un recente sondaggio si è addirittura rilevato che alcuni preferiscono i podcast. Ogni creativo è ispirato in modo diverso da una così vasta gamma di stimoli che sembra difficile classificarli. Per Ryan Battles, Dj, esperto di branding e marketing e autore, l’elemento che più di tutti stimola la sua creatività è andare oltre la musica, scoprire la storia dietro l’artista e cosa ha utilizzato come fonte di ispirazione. La creatività non è un processo lineare, infatti per Federica Attanasio, Co-Founder and Direttrice creativa di We Are Effe, sono i testi a stimolare la sua creatività, andando oltre la musica.
Nel corso della serata abbiamo anche analizzato il ruolo delle donne nel settore musicale, in particolare nel contesto britannico. Secondo il report ‘Seat at the table’ la percentuale di donne nei board delle aziende musicali è aumentata negli ultimi due anni. Nel 2020, solo il 9% dei CEO delle undici più grandi aziende musicali erano donne. A partire dal 2021 la percentuale è aumentata e oggi siamo al 27%. Non possiamo però dire lo stesso per le artiste. Infatti, la maggior parte delle line up dei festival britannici sono ancora fortemente dominate dagli uomini, la domanda che infatti abbiamo posto ai relatori è come possiamo raggiungere gli stessi progressi per le artiste. Secondo Tom Chichester, compositore e Founder della etichetta discografica Elsham Music che lavora molto con il settore pubblicitario, la tecnologia ha riportato la musica nelle mani delle artiste e delle autrici musicali. Federica Attanasio ha ribadito l’importanza di creare e mantenere delle partnership tra artisti e march, senza escludere l’opportunità offerta dai social media nel puntare i riflettori sugli artisti emergenti. Secondo Ryan Battles i social sono fantastici nel creare opportunità di carriera e far scoprire le artiste emergenti ma possono anche esercitare molta pressione, costringendole a conformarsi ai trend del momento.
Abbiamo poi concluso la conversazione introducendo il progetto Safe Spaces Now, lanciato da UN Women UK, volto ad eliminare le molestie e la violenza negli spazi pubblici (festival e concerti) e nel settore musicale. La ricerca condotta da UN Women UK rivela che nel Regno Unito più del 70%, delle donne e persone non binarie, ha subito molestie sessuali in luoghi pubblici. Il 40% delle donne sotto i 40 anni ha subito molestie o è stata vittima di violenza nel corso di un evento di musica dal vivo. All’interno del settore musicale, oltre il 60% delle professioniste del settore ha subito molestie sessuali. Il progetto sta sensibilizzando il governo britannico ad intervenire all’interno di spazi pubblici. Nel frattempo, con “Safe Spaces Now’ stiamo lavorando alla creazione di spazi sicuri nel corso degli eventi musicali a cui le donne e le persone non binarie possono rivolgersi in caso di pericolo. Quest’estate UN Women UK ha partecipato a numerosi festival su tutto il territorio britannico e sta coinvolgendo moltissimi artisti che hanno firmato la petizione e si stanno impegnando personalmente sull’argomento.
Rossella Forlè
We Hate Pink è una community femminista nata a Londra da Rossella Forlè. La piattaforma ha come obiettivo quello di affrontare temi e argomenti legati alla discriminazione di genere nella vita quotidiana e sul lavoro. Organizza eventi, webinar, workshop e ha una Zine su cui vengono pubblicati articoli settimanali. La piattaforma si occupa di attivismo partecipando ad azioni dirette online ed offline. Per partecipare ai nostri eventi e far parte della community seguici @wehatepink e @wehatepinkitalia.